20/04/2008
Pagina 1 di 1
I contrari alle "casse" contano su Tondo
SPILIMBERGO «Ci auguriamo che ora si riapra il dialogo con chi ha a cuore le sorti del Tagliamento e si prenda in considerazione la Delft»
I contrari alle "casse" contano su Tondo
Trevisan di Aria nostra: «Illy non ci ascoltava e la Regione non ha fatto alcunché per trovare alternative»
Spilimbergo Una nuova occasione per bloccare l'iter delle casse di espansione? Potrebbe essere questa una delle conseguenze indirette del cambiamento al vertice della Regione. È quanto traspare dalle parole di Gino Trevisan, presidente del comitato Aria nostra di Spilimbergo e coordinatore per la provincia di Pordenone del Cordicom regionale, il coordinamento che riunisce tutti i comitati civici del Friuli Venezia Giulia.
La questione delle casse era infatti entrata nel dibattito tra le forze politiche poco prima delle elezioni e gli auspici non erano dei migliori per il fronte del no. «L'ex presidente Illy spiega Trevisan - sia nell'incontro avuto a Pinzano con il sindaco di quella località, sia dagli schermi di Telefriuli, ha insistito con il messaggio del sì alle casse. Da parte nostra, abbiamo ribadito il no a una Regione sorda a ogni tipo di suggerimento provato da studi di entità mondiale, e no all'arroccarsi difensivo di una politica che non vuole ascoltare». Il riferimento, come noto, va alle soluzioni alternative contenute nello studio commissionato dai cinque sindaci dei Comuni rivieraschi alla società olandese Delft, specializzata nei problemi idrodinamici.
«Non è affatto vero che non si può diversificare il piano stralcio. E quanti, come ha fatto Illy, si sono schierati a favore delle casse, devono dimostrare dove trovano tutta questa certezza del sapere, visto e considerato che tra loro non ci sono tecnici. La Regione finora non ha mai messo in cantiere la verifica delle proposte che sono state formulate in varie occasioni. E lo stesso è accaduto all'Autorità di bacino (questo emerge dai vari incontri in cui sono state esposte proposte di modifiche e variazioni, mai prese in considerazione)».
Trevisan punta il dito, pertanto, sulla mancanza di trasparenza e di partecipazione che ha caratterizzato a suo dire la passata amministrazione regionale. «La mia vuole essere una denuncia del poco ascolto che è stato riservato al problema casse d'espansione. Problema che invece la gente sente: nelle scorse settimane sono stato subissato da messaggi e telefonate sull'argomento da gente non solo di Spilimbergo , ma anche dell'Udinese e del Pordenonese. Ora mi auguro che chi ha a cuore il destino del Tagliamento nella sua interezza, faccia un appello a tutti per la sua salvaguardia».
La speranza di quanti si oppongono ai bacini di laminazione, a questo punto, è dunque che la nuova amministrazione regionale possa riaprire il dialogo e si renda disponibile a verificare la fondatezza delle ipotesi alternative, prima fra tutte quelle proposte dalla Delft, considerando che il progetto delle casse è stato pensato ormai molti anni fa ed è superato dagli studi e dalla tecnologia attuale.
Claudio Romanzin
I contrari alle "casse" contano su Tondo
Trevisan di Aria nostra: «Illy non ci ascoltava e la Regione non ha fatto alcunché per trovare alternative»
Spilimbergo Una nuova occasione per bloccare l'iter delle casse di espansione? Potrebbe essere questa una delle conseguenze indirette del cambiamento al vertice della Regione. È quanto traspare dalle parole di Gino Trevisan, presidente del comitato Aria nostra di Spilimbergo e coordinatore per la provincia di Pordenone del Cordicom regionale, il coordinamento che riunisce tutti i comitati civici del Friuli Venezia Giulia.
La questione delle casse era infatti entrata nel dibattito tra le forze politiche poco prima delle elezioni e gli auspici non erano dei migliori per il fronte del no. «L'ex presidente Illy spiega Trevisan - sia nell'incontro avuto a Pinzano con il sindaco di quella località, sia dagli schermi di Telefriuli, ha insistito con il messaggio del sì alle casse. Da parte nostra, abbiamo ribadito il no a una Regione sorda a ogni tipo di suggerimento provato da studi di entità mondiale, e no all'arroccarsi difensivo di una politica che non vuole ascoltare». Il riferimento, come noto, va alle soluzioni alternative contenute nello studio commissionato dai cinque sindaci dei Comuni rivieraschi alla società olandese Delft, specializzata nei problemi idrodinamici.
«Non è affatto vero che non si può diversificare il piano stralcio. E quanti, come ha fatto Illy, si sono schierati a favore delle casse, devono dimostrare dove trovano tutta questa certezza del sapere, visto e considerato che tra loro non ci sono tecnici. La Regione finora non ha mai messo in cantiere la verifica delle proposte che sono state formulate in varie occasioni. E lo stesso è accaduto all'Autorità di bacino (questo emerge dai vari incontri in cui sono state esposte proposte di modifiche e variazioni, mai prese in considerazione)».
Trevisan punta il dito, pertanto, sulla mancanza di trasparenza e di partecipazione che ha caratterizzato a suo dire la passata amministrazione regionale. «La mia vuole essere una denuncia del poco ascolto che è stato riservato al problema casse d'espansione. Problema che invece la gente sente: nelle scorse settimane sono stato subissato da messaggi e telefonate sull'argomento da gente non solo di Spilimbergo , ma anche dell'Udinese e del Pordenonese. Ora mi auguro che chi ha a cuore il destino del Tagliamento nella sua interezza, faccia un appello a tutti per la sua salvaguardia».
La speranza di quanti si oppongono ai bacini di laminazione, a questo punto, è dunque che la nuova amministrazione regionale possa riaprire il dialogo e si renda disponibile a verificare la fondatezza delle ipotesi alternative, prima fra tutte quelle proposte dalla Delft, considerando che il progetto delle casse è stato pensato ormai molti anni fa ed è superato dagli studi e dalla tecnologia attuale.
Claudio Romanzin
diego- Numero di messaggi : 528
Età : 41
Data d'iscrizione : 05.05.08
Art Attack, dalla tv in biblioteca
SPILIMBERGOL’animatore Hermans ha incantato i ragazzi delle terze elementari
Art Attack, dalla tv in biblioteca
Spilimbergo
Anche il maestro di "Art Attack" ospite in biblioteca. Si susseguono numerose le attività organizzate dalla sezione ragazzi "Lucio e Gracco Zilli", rivolte agli alunni della scuola primaria e programmate insieme al personale insegnante. Il progetto complessivo, ormai in dirittura di arrivo, prevede un'attività specifica per ogni gruppo di classi.
Così ad esempio il tema dell'arte e della creatività ha contraddistinto il percorso destinato alle seconde e terze elementari. Il gruppo delle terze, in particolare, ha potuto incontrare di persona uno degli artisti della casa editrice Artebambini, nota per la rivista d'arte per ragazzi Dada. L'animatore Hans Hermans (maestro di Giovanni Muciaccia, il protagonista del programma cult per bambini "Art Attack"), per la prima volta a Spilimbergo , ha incantato i ragazzi con laboratori creativi sulle "Architetture di città". Le seconde, da parte loro, sono state guidate in un percorso di avvicinamento alla pittura con un laboratorio condotto dall'Associazione 0432 di Sedegliano sul tema dell'albero, reinterpretato in chiave artistica dopo aver visto e conosciuto le rappresentazioni di pittori famosi.
La scienza è stata scelta invece come tema conduttore per le quarte elementari: a gestire gli incontri, il personale della casa editrice triestina Editoriale scienza, specializzata nella divulgazione scientifica per ragazzi. Ogni partecipante ha costruito un circuito elettrico installato in un piccolo faro, che poi ha portato a casa insieme al diploma di "esperto scienziato". Il 14 e 15 maggio, infine, sarà la volta delle quinte, che incontreranno la scrittrice Chiara Carminati, molto conosciuta nel panorama nazionale della letteratura per l'infanzia, che presenterà il suo ultimo libro "Diario in corsa".
Art Attack, dalla tv in biblioteca
Spilimbergo
Anche il maestro di "Art Attack" ospite in biblioteca. Si susseguono numerose le attività organizzate dalla sezione ragazzi "Lucio e Gracco Zilli", rivolte agli alunni della scuola primaria e programmate insieme al personale insegnante. Il progetto complessivo, ormai in dirittura di arrivo, prevede un'attività specifica per ogni gruppo di classi.
Così ad esempio il tema dell'arte e della creatività ha contraddistinto il percorso destinato alle seconde e terze elementari. Il gruppo delle terze, in particolare, ha potuto incontrare di persona uno degli artisti della casa editrice Artebambini, nota per la rivista d'arte per ragazzi Dada. L'animatore Hans Hermans (maestro di Giovanni Muciaccia, il protagonista del programma cult per bambini "Art Attack"), per la prima volta a Spilimbergo , ha incantato i ragazzi con laboratori creativi sulle "Architetture di città". Le seconde, da parte loro, sono state guidate in un percorso di avvicinamento alla pittura con un laboratorio condotto dall'Associazione 0432 di Sedegliano sul tema dell'albero, reinterpretato in chiave artistica dopo aver visto e conosciuto le rappresentazioni di pittori famosi.
La scienza è stata scelta invece come tema conduttore per le quarte elementari: a gestire gli incontri, il personale della casa editrice triestina Editoriale scienza, specializzata nella divulgazione scientifica per ragazzi. Ogni partecipante ha costruito un circuito elettrico installato in un piccolo faro, che poi ha portato a casa insieme al diploma di "esperto scienziato". Il 14 e 15 maggio, infine, sarà la volta delle quinte, che incontreranno la scrittrice Chiara Carminati, molto conosciuta nel panorama nazionale della letteratura per l'infanzia, che presenterà il suo ultimo libro "Diario in corsa".
diego- Numero di messaggi : 528
Età : 41
Data d'iscrizione : 05.05.08
A Spilimbergo le "visioni" di Bellet
MOSTRA
A Spilimbergo le "visioni" di Bellet
diGiovanni Cozzarizza
Alla Galleria La torre, venti tele testimoniano il gesto creativo di Luciano Bellet (1963) che ricorda un viaggio nel mondo dell'inconscio. Il suo interesse è rivolto alla materia e alla sua manipolazione attraverso il gesto della mano e del fuoco. La creatività si esprime nell'azione e si concretizza nei segni lasciati sulla materia. Le gocciolature formano una trama di colori sovrapposti ed i risultati sono ricchi d'espressività materica che esprime drammaticità.
È un dipingere in uno stato mentale in cui le allucinazioni si combinano per comporre immagini astratte. Le rappresentazioni che ne derivano presentano un'estetica simile a quella dell'Action painting, originata dai più profondi recessi.
Mentre conversiamo con l'artista, all'improvviso prende un barattolo di colore e inizia a muoversi attorno al quadro. Il suo agire, prima lento, diventa via via più veloce simile ad una danza ipnotica, mentre getta sulla tela i colori utilizzando la tecnica deldripping. Fa gocciolare le vernici sul quadro steso a terra in modo che si dispongano guidate anche dal caso. Subito dopo interviene con una fiamma a dilaniare il supporto pittorico.
Non v'è dubbio che Bellet ha guardato insistentemente a Pollok, e tuttavia l'atto creativo del grande artista americano è affidato prevalentemente all'urgenza dell'espressione e al casoBellet indaga il tema della metamorfosi e la sua tecnica esecutiva prevede l'impiego della fiamma per martoriare la materia che abbrustolita si contorce e si raggrinzisce. Altro elemento distintivo è l'intervento della ragione, della logica e della dimensione morale.
Nelle intenzioni dell'artista c'è, infatti, non solo il desiderio di farci riflettere sulla condizione esistenziale dell'uomo occidentale affacciato sul crepuscolo della Modernità, in bilico tra Pil, successo e consumo, ma anche di fare dell'osservatore un soggetto attivo e partecipe di questo processo. Chi intende rapportarsi con il quadro è proprio costretto a rimuovere un sipario che svela il sottostante lavoro dell'artista.
Bellet c'introduce alla sua lettura dei tormenti e delle contraddizioni dell'esistenza, ma una cortina scorrevole e regolabile c'impedisce la visione. Egli ci propone l'opera e al tempo stesso ce la nega, sottraendo il quadro alla nostra vista con una trovata originale: un diaframma costituito da una specie di quinta teatrale.
L'artista sembra ammonirci: vuoi guardare adesso? E ci mette in guardia: forse non sarà piacevole. Ci avverte: ti va di riflettere ora sul senso dell'esistenza? Così che, ad esempio, si può decidere che adesso non è il momento e rimandare la contemplazione (e la riflessione) a tempi più ispirati.
E non è poco, se è vero che uno degli scopi dell'arte è proprio quello di farci pensare. Il sito:www.lucianobellet.it.
A Spilimbergo le "visioni" di Bellet
diGiovanni Cozzarizza
Alla Galleria La torre, venti tele testimoniano il gesto creativo di Luciano Bellet (1963) che ricorda un viaggio nel mondo dell'inconscio. Il suo interesse è rivolto alla materia e alla sua manipolazione attraverso il gesto della mano e del fuoco. La creatività si esprime nell'azione e si concretizza nei segni lasciati sulla materia. Le gocciolature formano una trama di colori sovrapposti ed i risultati sono ricchi d'espressività materica che esprime drammaticità.
È un dipingere in uno stato mentale in cui le allucinazioni si combinano per comporre immagini astratte. Le rappresentazioni che ne derivano presentano un'estetica simile a quella dell'Action painting, originata dai più profondi recessi.
Mentre conversiamo con l'artista, all'improvviso prende un barattolo di colore e inizia a muoversi attorno al quadro. Il suo agire, prima lento, diventa via via più veloce simile ad una danza ipnotica, mentre getta sulla tela i colori utilizzando la tecnica deldripping. Fa gocciolare le vernici sul quadro steso a terra in modo che si dispongano guidate anche dal caso. Subito dopo interviene con una fiamma a dilaniare il supporto pittorico.
Non v'è dubbio che Bellet ha guardato insistentemente a Pollok, e tuttavia l'atto creativo del grande artista americano è affidato prevalentemente all'urgenza dell'espressione e al casoBellet indaga il tema della metamorfosi e la sua tecnica esecutiva prevede l'impiego della fiamma per martoriare la materia che abbrustolita si contorce e si raggrinzisce. Altro elemento distintivo è l'intervento della ragione, della logica e della dimensione morale.
Nelle intenzioni dell'artista c'è, infatti, non solo il desiderio di farci riflettere sulla condizione esistenziale dell'uomo occidentale affacciato sul crepuscolo della Modernità, in bilico tra Pil, successo e consumo, ma anche di fare dell'osservatore un soggetto attivo e partecipe di questo processo. Chi intende rapportarsi con il quadro è proprio costretto a rimuovere un sipario che svela il sottostante lavoro dell'artista.
Bellet c'introduce alla sua lettura dei tormenti e delle contraddizioni dell'esistenza, ma una cortina scorrevole e regolabile c'impedisce la visione. Egli ci propone l'opera e al tempo stesso ce la nega, sottraendo il quadro alla nostra vista con una trovata originale: un diaframma costituito da una specie di quinta teatrale.
L'artista sembra ammonirci: vuoi guardare adesso? E ci mette in guardia: forse non sarà piacevole. Ci avverte: ti va di riflettere ora sul senso dell'esistenza? Così che, ad esempio, si può decidere che adesso non è il momento e rimandare la contemplazione (e la riflessione) a tempi più ispirati.
E non è poco, se è vero che uno degli scopi dell'arte è proprio quello di farci pensare. Il sito:www.lucianobellet.it.
diego- Numero di messaggi : 528
Età : 41
Data d'iscrizione : 05.05.08
Pagina 1 di 1
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
|
|
Mar 13 Apr 2010 - 11:09 Da jennifer254
» Aggiornamento: marzo 2009
Sab 7 Mar 2009 - 22:25 Da diego
» Diritti d'autore
Dom 1 Mar 2009 - 2:16 Da diego
» Chiudiamo la relazione?
Mer 10 Dic 2008 - 0:51 Da Elisa
» UNA SITUAZIONE RIDICOLMENTE IN STALLO
Mer 12 Nov 2008 - 15:55 Da Elisa
» PROSSIMO INCONTRO
Dom 9 Nov 2008 - 23:17 Da karen
» Borsa di studio per corso di restauro a Ischia
Ven 7 Nov 2008 - 14:37 Da andrea90.t
» L'estate è finita
Mer 24 Set 2008 - 10:46 Da Elisa
» 02/09/2008
Sab 13 Set 2008 - 22:05 Da diego
» 01/09/2008
Mar 2 Set 2008 - 2:44 Da diego